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ANTICHI EGIZI

 

Sebbene una prima idea di giardino possa farsi risalire ad un grafogramma sumero del 3000 a.C., le prime testimonianze dell'esistenza di giardini ornamentali realmente compiuti sono da considerarsi le pitture murali egiziane del 1500 a.C. Il giardino egizio tende ad isolarsi dal contesto esterno e rende fertili le terre sterili irrigandole con l'acqua. Alte mura erano necessarie per ombreggiare le piante, proteggerle dai venti e dalla sabbia, oltre che a scopo dissuasorio nei confronti di intrusi. Questo tipo di giardino rappresenta un esempio di elevata simmetria e di composizione geometrica delle parti. In esso è anche compiuto il senso estetico che pregna i giardini, quello del piacere della bellezza. I fiori furono particolarmente cari agli egizi poiché avevano funzione rituale nel culto dei morti.

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ASSIRI E BABILONESI

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I parchi erano considerati il più grande ornamento e vi erano costruiti tempietti e cappelle. Erano la prima cosa che veniva devastata in guerra e non ci sono loro incisioni o raffigurazioni. Gli assiri avevano una predilezione per la costruzione a terrazze ed erigevano i loro palazzi su collinette formate da immensi riporti di terreno. Agli assiri si può far risalire quella che viene chiamata "collina a chiocciola", cioè una collina coronata da cipressi e pini. I boschi assiri erano delle enormi riserve di caccia con canali e vasche per l'allevamento dei pesci.

Gli Assiri e i babilonesi furono gli inventori dei giardini pensili.

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IL PARADISO PERSIANO

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Il paradiso persiano è basato su tre componenti principali: l'acqua, gli alberi e la regolarità dell'impianto. Esso era diviso in quattro quadranti da due canali che si incontravano al centro del giardino, alla cui confluenza si trovava un tempio o una fontana. Tale struttura nasceva da una simbologia numerica legata alla concezione della quadripartitura del mondo. Solitamente tali giardini erano dei boschi produttivi, piantati con tecniche molto elaborate.

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